CRX-Nuovi orizzonti Vecchi Vizi
Il panorama del kitesurf internazionale è in fermento e chiede chiarezza, questo articolo vuole stimolare il kiter che come te vuole vederci più chiaro ed aiutare a avere risposte vere.
Partiamo dando qualche riferimento ed anticipazione: uscirà presto un articolo/DOSSIER, per i tantissimi che ce l'hanno chiesto, che ripercorrerà il percorso del kitesurf italiano ed internazionale che ci ha portato nella situazione attuale.
Nel frattempo sappi che, per lo meno per le discipline race, il kitesurf è stato riconosciuto a livello internazionale da ISAF (la madre di tutte le federazioni di vela, già nel 2010). A proporsi come Associazione del kitesurf, ottenendo un riconoscimento, fu la IKA (international Kiteboarding Association), il cui attuale presidente è Mirco Babini.
Come ciò si sia concretizzato è tutt'oggi oggetto di mistero.
Si è accertato che la IKA non è una vera associazione, quindi senza scopo di lucro, democratica e pubblica, ma una LTD, con sede a Gibilterra la cui proprietà non è ancora stato chiarito di chi sia.
Poco dopo, la IKA sceglie la CKI, la Classe Kiteboarding Italia, come organizzazione di classe italiana.
Come ciò si sia concretizzato è tutt'oggi oggetto di curiosità di tanti.
Con questo riconoscimento la CKI si presenta alla FIV che la riconosce, ma anche questo verrà approfondito in un altro dossier specifico.
Tra il "lasciar fare" ed il "vediamo che combinano" ci ritroviamo con gruppo di persone che decide e propone soluzioni per lo sport prossimo venturo, sopratutto quello in chiave olimpica.
Olimpiadi, lasciapassare per qualunque decisione?
Col nobile intento di organizzare il sacro lato sportivo dello sport in chiave olimpica la IKA si trova però sotto un fuoco incrociato di pressioni di interessi.
E questo potrebbe essere ovvietà.
Quello su cui, però, occorre tenere fermo il timone, riteniamo, sia il metodo: verità e trasparenza, senza se e senza ma.
Un passo alla volta eccoti come stanno andando le cose in modo che tu ti possa fare un'idea precisa.
In questa intervista di Sailing Sardinia (qui), del 10 ottobre 2016, ascolta quanto detto intorno al minuto 3'20" punto nel quale si commenta l'eventualità di un monotipo per le olimpiadi.
Dunque posizione netta: NESSUN MONOTIPO assolutamente.
Passaggio successivo... torniamo a fine luglio 2016...
Documenti alla mano

La semplice domanda
Chi sapeva di questo documento? chi ha deciso di proporre a World Sail il CR:X come classe olimpica? Possibile che il presidente (sia di una associazione ed tanto più quello di una company privata) non ne sappia nulla?
Che ruolo ha Markus Scwendtner in tutto questo?
Semplici, logiche ed ovvie domande: chi ha finora tenuto nascosto e detto il contrario? e perchè?
Commenta e condividi. Siamo stanchi di questo modo, all'italiana, di gestire le cose di tutti.
Non abbiamo niente contro NeilPryde, sia chiaro, ma è giunto il momento di avere le risposte che a livello internazionale mettono in risalto un modo di gestire poco trasparente, apparentemente per nulla democratico, visto che nessuno degli atleti ha mai confermato di essere stato interpellato sulla cosa, che impatta la possibile evoluzione ed il futuro del nostro sport.
Pretendiamo risposte e chiarezza, se lo merita uno sport sano, uno sport con una prospettiva eccellente di espansione che non vuole ripercorrere gli errori dei cugini del windsurf nè i vecchi vizi all'italiana che ci hanno resi tristemente celebri all'estero.
Gireremo questa richiesta ad IKA e vi aggiorneremo sulle risposte in questo articolo.
Nel frattempo è già online lo store ed il sito ufficiale del CLICCA QUI
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